ALESSIA CRIVELLI: VALORIZZIAMO LE IMPERFEZIONI

Qual è stato il personale percorso formativo? E quali i momenti chiave per arrivare al ruolo che ricopre oggi?
Sono cresciuta in fabbrica, così dopo essermi diplomata al liceo linguistico, per quasi due anni ho lavorato in taglieria, così una volta appresa e acquisita l’arte del tagliare pietre preziose, mi sono fatta coraggio e ho deciso di provare a seguire anche le altre fasi che portano alla realizzazione di un gioiello. Questa mia curiosità, unita a tanto olio di gomito mi hanno dato l’opportunità di poter conoscere tutti i singoli processi di lavorazione ugualmente necessari per dar vita ad un gioiello e rendermi forte nell’affrontare il mio ruolo di responsabile della promozione e delle relazioni pubbliche.
Che suggerimento dà alle socie di WJA per avere successo?
Credo che per avere successo non si debba mai dimenticare che non c’è un punto di arrivo, ma che per ogni traguardo raggiunto ce n’è un altro che ci aspetta. D’altronde come diceva Marilyn “Lascio agli altri la convinzione di essere i migliori … per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare”.
Di cosa ha bisogno il mondo del gioiello oggi?
A mio modo di pensare, oggi un gioiello deve essere indispensabile come uno smartphone, ma unico come ogni pietra. E per far si che questo accada, bisogna riportare in auge l’artigianato: sembrerebbe un pensiero banale, ma al giorno d’oggi, siamo talmente abituati a standardizzare ogni cosa, che ci risulta difficile andare contro corrente e capire che quello che ci distingue da questa globalizzazione imperante è l’unicità. Ogni gioiello va quindi pensato e creato in maniera unica, valorizzando anche quelle imperfezioni che noi, essendo uomini, abbiamo.